Il bene dell'essere dimezzato...

Allora il buon Medardo disse: - O Pamela, questo è il bene dell'essere dimezzato: il capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro.

- Questo è molto bello - disse Pamela - ma io sono in un gran guaio, con quell'altro vostro pezzo che s'è innamorato di me e non si sa cosa vuol farmi.


Mio zio lasciò cadere il mantello perché il temporale era finito.


- Anch'io sono innamorato di te, Pamela. 

Pamela saltò fuor della grotta: - Che gioia! C'è l'arcobaleno in cielo e io ho trovato un nuovo innamorato. Dimezzato anche questo, però d'animo buono.

Camminavano sotto rami ancora stillanti per sentieri tutti fangosi. La mezza bocca dei visconte s'arcuava in un dolce, incompleto sorriso.

"Il Visconte Dimezzato" di Italo Calvino

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