Anna e Francesca

Francesca si sedette accanto ad Anna. Non voleva guardarla, voleva solo sentire il suo gomito contro il suo, e il suo ginocchio sotto il tavolo. E i movimenti di lei di fianco ai suoi mentre immergevano i biscotti nel latte.
Anche Anna non si girava a guardarla. Ma avvicinava il polpaccio contro il suo polpaccio, sotto il tavolo. Un brivido fulmineo di solletico. Le dava un colpetto col ginocchio. E sapeva che a lei, adesso, un po' veniva da ridere.
"E' una bella giornata" esordì Sandra all'improvviso, e la guardò negli occhi "Andate al mare?"
Sia Anna che Francesca rimasero immobili, con il biscotto in mano. La faccia di chi è stato appena preso in contropiede.
"Anzi" disse Sandra cominciando a sparecchiare "perchè non andate all'Elba?"
Smisero addirittura di masticare. Entrambe si voltarono a guardarsi, nello stesso momento. E poi si voltarono a guardare Sandra, zitte, basite, con le sopracciglia arcuate.
Sandra rise e indicò l'orologio: "Guardate che siete in tempo. Basta che tornate per cena. Ci mettete un'ora ad arrivare a Porto Ferraio. A tre passi dal porto c'è la spiaggia delle Ghiaie, è proprio lì dietro. Vi fate un bagno, poi tornate... Mica è una roba trascendentale!"
Continuarono, mute, a fissarla per qualche istante. Stavano ragionando. In effetti uno si mette il costume, il copricostume, infila un asciugamano dentro lo zaino, due succhi di frutta, due merendine ed è pronto a partire. In effetti se prendevano l'autobus in un quarto d'ora erano al porto. Poi facevano i biglietti, salivano sul traghetto. E alle dieci e mezza erano all'Elba.
"Io il costume non ce l'ho" disse Francesca.
"Te lo presto io" si affrettò Anna.
Si alzò di scatto dalla sedia e si fiondò in bagno.
"Mamma, preparaci lo zaino!" gridò mentre apriva il rubinetto, afferrava lo spazzolino e il dentifricio. Intanto Francesca le veniva vicino e si affacciava sulla porta del bagno.
Anna sollevò la testa dal lavandino, smise per un attimo di lavarsi i denti.
Francesca stava in bilico appoggiata allo spigolo, era il più radioso fra gli elementi. Adesso partivano. Andavano a nuotare all'Elba. Come i tedeschi, come i turisti di Milano e di Firenze. Di sicuro anche lì c'era una piazza con la chiesa, il campanile e tutto il resto.
Sorridevano, non si dicevano niente. E una aveva la bocca impiastrata di dentifricio, l'altra le labbra dischiuse e un poco screpolate.
Combaciavano perfettamente.

"Acciaio" di Silvia Avallone

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