La Corte Seelie

"Tutto questo è molto divertente" disse la Regina in tono gelido piegandosi in avanti. "Ma il bacio che libererà la ragazza è quello che lei desidera di più." Il piacere crudele sul suo volto e nella sua voce si era accentuato, e le sua parole trafissero le orecchie di Clary come aghi. "Solo questo, e niente di più."
Fu come se Simon fosse stato schiaffeggiato dalle sue parole. Clary avrebbe voluto allungare una mano verso di lui, ma rimase immobile dov'era, troppo atterrita per muoversi.
"Perchè lo fai?" chiese Jace.
"Ma come, pensavo di farti un favore."
Jace avvampò, ma rimase zitto. Evitò di guardare Clary.
Simon disse "E' assurdo. Sono fratello e sorella."
La regina scrollò delicatamente le spalle. "Non sempre il desiderio è diminuito dal disgusto. E neppure può essere elargito a chi più lo merita. E siccome le mie parole vincolano la mia magia, siate certi che, se non desidera il suo bacio, non sarà libera.
Simon disse qualcosa in tono iroso, ma Clary non lo sentì: le ronzavano le orecchie, come se avesse uno sciame di api furiose intrappolato nella testa. Simon si girò con aria furibonda e disse: "Non devi farlo, Clary, è un trucco..."
"Non un trucco" lo corresse Jace. "Una prova"
"Bè, non so tu, Simon" disse Isabelle con voce tesa. "Ma io vorrei far uscire Clary di qui"
"Vuoi dire che baceresti tuo fratello Alec solo perchè te lo chiede la Regina della Corte Seelie?" domandò Simon.
"Certo che lo farei" Isabelle sembrava irritata "se l'alternativa fosse rimanere bloccati per sempre nella Corte. E comunque, che importa? E' solo un bacio."
"E' vero" era Jace. Clary lo vide, ai margini sfocati del suo campo visivo, muoversi verso di lei, metterle una mano sulla spalla e girarle la faccia verso di sè. "E' solo un bacio" disse, e malgrado il tono aspro, le sue mani erano inspiegabilmente delicate. Lasciò che la girasse e lo guardò. I suoi occhi erano scurissimi, forse perchè laggiù nella Corte c'era così poca luce, forse per qualcos'altro. Vedeva il proprio riflesso in ognuna delle sue pupille dilatate, una minuscola immagine di sè nei suoi occhi. Jace disse: "Puoi chiudere gli occhi e pensare ai numeri primi, se vuoi"
"Non sono mai stata troppo brava in matematica" disse Clary, ma chiuse le palpebre. Sentiva i vestiti appesantiti dall'acqua freddi e pungenti sulla pelle e l'aria dolciastra e nauseante della caverna, ancora più fredda, e il peso delle mani di Jace, le uniche cose calde, sulle spalle.
Poi lui la baciò.
Sentì il tocco delle labbra di Jace, all'inizio leggero, e le sue che si aprivano automaticamente sotto la loro pressione. Quasi contro la sua volontà, si sentì diventare molle e flessuosa e allungarsi verso l'alto per intrecciargli le braccia intorno al collo come un girasole si volta verso la luce. Le braccia di Jace la circondarono, le sue mani si unirono tra i capelli di lei, e il bacio smise di essere delicato e divenne ardente, in un solo istante, come un'esca che divampa in una fiammata. Clary sentì un suono simile a un sospiro correre per la Corte, tutt'intorno a loro, un'ondata di rumore, ma non significava niente, si perdeva nel flusso del suo sangue nelle vene, nel vertiginoso senso di assenza di peso nel suo corpo.

Le mani di Jace si allontanarono dai suoi capelli, le scivolarono lungo la schiena; sentì la pressione dei suoi palmi sulle scapole... Poi il ragazzo si scostò, staccandosi delicatamente, ritraendo le mani dal suo collo e facendo un passo indietro. Per un istante Clary pensò di cadere; le sembrava che le fosse stato strappato qualcosa di fondamentale, un braccio o una gamba, e fissò Jace in preda a una vacua sorpresa... Che cosa provava? Non provava nulla? In tal caso, non pensava di poterlo sopportare.

"Shadowhunters - Città di Cenere" di Cassandra Clare

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