Fabiola Gravina, Il tempo che credevo di aver perso

Il tempo che credevo di aver perso, Fabiola Gravina

Tradita alla vigilia delle nozze, Giulia fugge dalla sua amata Perugia nell’illusione di lenire il dolore con la lontananza. È New York la città scelta per ricominciare una nuova vita, qui nessuno fa domande, è fin troppo facile mimetizzarsi tra gli otto milioni di abitanti e perfino possibile inventarsi un passato. Drastica e rigorosa è la rottura con la vecchia vita, netto il taglio con i vecchi amici e sporadici i contatti con la madre, ridotti a brevi telefonate di circostanza. Giulia rimane tre anni lontana da casa, un lavoro da traduttrice, un merlo e pochi nuovi amici per compagnia, fino a quando la tragica morte della madre la costringe ad un rientro forzato nella sua Perugia. Giulia si trattiene pochi giorni, il tempo necessario per rendersi conto che durante la sua assenza molto è cambiato, gli equilibri alla fine si sono ripristinati e non c’è più niente nella sua amata città in grado di trattenerla. Al rientro trova una lettera ad aspettarla, spedita dalla madre appena prima di morire. Poche le frasi, dal contenuto enigmatico, ma intrise di una palese felicità raggiunta. Decisa a scoprire il segreto che si nasconde dietro quelle parole e in preda a incontenibili sensi di colpa, torna di nuovo a Perugia, guidata da un intuito tutto femminile. Il susseguirsi delle vicende, permetteranno a Giulia di meditare sul significato della vita e della morte, riconsiderare le sue convinzioni sull’amore, fare i conti con il passato e rileggere con occhi nuovi il difficile rapporto con la madre.


L’autrice:
Fabiola Gravina

Fabiola Gravina è nata e vive a Marsciano, in provincia di Perugia. E' laureata in Scienze Geologiche e lavora in una società di informatica. "Il tempo che credevo di aver perso" è il suo romanzo di esordio.Il tempo che credevo di aver perso su Facebook


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